Giornata garibaldina a Riofreddo

Data / Ora
Date(s) - 04/10/2020
11:00 - 18:00

Luogo
Museo delle culture Villa Garibaldi

Categorie


 Il 4 ottobre sarà una giornata importante per il Comune di Riofreddo: sarà infatti una domenica all’insegna della tradizione garibaldina. Alla presenza del sindaco Giancarlo Palma, del direttore del Museo delle Culture Paolo Rosati e della presidente dell’ANVRG Annita Garibaldi Jallet alle ore 11, avrà luogo la messa a dimora, presso la Villa Garibaldi che fu casa di Ricciotti e della sua famiglia, della rosa “Anita Garibaldi” alla presenza di una delegazione del Museo e Biblioteca Renzi.  Seguirà alle ore 12, all’interno del Museo delle Culture, l’inaugurazione della mostra “Ebrei in Camicia Rossa. Mondo ebraico e tradizione garibaldina fra Risorgimento e Resistenza” alla presenza dei curatori.

Il primo evento si inserisce nel più ampio progetto “Due Mondi e una Rosa per Anita”, ideato e realizzato dal Museo e Biblioteca Renzi di San Giovanni in Galilea (Borghi, Forlì-Cesena), in collaborazione con l’Istituto Tecnico “Garibaldi-Da Vinci” di Cesena, in occasione del bicentenario della nascita dell’eroina sudamericana. Il progetto, oltre a diffondersi in Italia, continua ad avere consensi in Sud America ed in altre parti del mondo attraverso la collaborazione dell’Instituto Cultural “Anita Garibaldi” di Laguna (Sc-Brasile). Alla piantumazione seguirà la lettura della poesia “Anita è il tuo nome” della poetessa Maria Gabriella Conti, parte integrante del progetto stesso (il testo è stato tradotto in francese, inglese, spagnolo e portoghese, mentre Stefano Caranti ha realizzato una video-poesia visibile su youtube), nonché la consegna di una targa commemorativa. L’iniziativa, patrocinata dall’Amministrazione comunale, è prevista in forma privata secondo le modalità armonizzate ai protocolli anti-COVID-19 adottati dalle stesse autorità di Riofreddo. Pertanto, non vi sarà la consueta partecipazione cerimoniale dei picchetti di rappresentanza.

A mezzogiorno seguirà l’inaugurazione della mostra “Ebrei in Camicia Rossa”, curata da Eva Cecchinato, Federico Goddi, Andrea Spicciarelli e Matteo Stefanori (progetto grafico a cura di Simone Zappaterreno). L’esposizione, realizzata grazie al contributo annuale del Ministero della Difesa, è promossa dall’Associazione Nazionale Veterani e Reduci Garibaldini e patrocinata dal Museo civico del Risorgimento di Bologna e dal Museo Ebraico di Bologna.

I 27 pannelli che compongono la mostra guideranno il visitatore lungo cento anni di storia italiana, a partire dell’epoca risorgimentale che, come si vedrà, fu anche la vicenda di una comunità – quella ebraica – che, attraverso la partecipazione col pensiero e l’azione di molti dei suoi rappresentanti, scelse di essere attiva protagonista nel processo di costruzione e di consolidamento dello Stato unitario. Questo protagonismo, molto spesso, volle dire indossare la camicia rossa dei volontari di Giuseppe Garibaldi: moltissimi furono infatti i volontari di origine ebraica che combatterono in difesa della Repubblica Romana nel 1849, si arruolarono nei Cacciatori delle Alpi dieci anni dopo, seguirono l’Eroe dei Due Mondi nella spedizione dei Mille, al Volturno, e quindi in Aspromonte, a Bezzecca e poi a Mentana e Digione. Attraverso la partecipazione alle lotte per l’indipendenza e l’unità della Penisola, si evidenziò la piena aderenza agli ideali patriottici e nazionali di una comunità che aspirava a dirsi italiana a pieno titolo, dopo l’“emancipazione” introdotta dallo Statuto Albertino nel 1848, con la quale gli ebrei, dapprima nello stato sardo e poi in quello italiano, poterono godere appieno di tutti i diritti civili e politici.

Quando poi la tradizione garibaldina venne ripresa dal figlio di Garibaldi, Ricciotti, in occasione delle rivolte cretesi del 1897, nuovamente la comunità ebraica rispose, accorrendo ad Atene, e poi in Francia nel 1914, e l’anno successivo nelle trincee della Prima guerra mondiale, indossando sempre la camicia rossa. Nel primo dopoguerra i veterani delle patrie battaglie e i reduci della Brigata Alpi si ritrovarono uniti sotto la bandiera dell’associazionismo garibaldino, ma ben presto anche questo mondo dovette fare i conti con la nascita del regime mussoliniano. La stessa famiglia Garibaldi vide suoi esponenti compiere scelte diametralmente opposte: Ezio Garibaldi sposò convintamente la causa fascista, mentre suo fratello Sante scelse la strada dell’esilio e della militanza antifascista.

Se la guerra d’Etiopia vide un garibaldinismo in camicia nera richiamarsi al consueto pantheon risorgimentale, fu solamente con i volontari nella Guerra civile spagnola e poi nella Resistenza che si «restituì Garibaldi all’Italia»: anche in queste occasioni, infatti, furono tanti i garibaldini di origine israelita che combatterono nel nome di quella tradizione e di quelle idealità, contribuendo alla rinascita democratica dello Stato italiano e dell’associazionismo garibaldino su basi antifasciste e antirazziste.

Il percorso espositivo si articola in 17 pannelli di carattere generale e 9 biografici, al fine di fornire un quadro chiaro del contesto storico-sociale nel quale si mossero questi personaggi dal Risorgimento all’età liberale, dalla ripresa della tradizione garibaldina alla Grande Guerra, dal fascismo alla Guerra civile spagnola, dalla Resistenza alla rinascita democratica del Paese.

Nel pomeriggio, alle ore 16, avrà infine luogo una visita guidata con presentazione della mostra alla presenza dei curatori. La prenotazione è obbligatoria: si invita pertanto a telefonare al numero 0774 92 91 86. Nei locali del Museo sarà obbligatorio indossare correttamente la mascherina in ottemperanza alle norme anti-COVID-19.

Riofreddo 4 ottobre