In occasione del 200° anniversario della nascita di Anita Garibaldi, l’Associazione culturale “Sena Nova” di Senigallia, nella persona del fondatore, prof. Camillo Nardini, venerdì 23 aprile ha allestito una conferenza on line commemorativa, intesa altresì ad inviare un aiuto anche simbolico al Brasile, paese d’origine della moglie dell’ “Eroe dei Due Mondi”, vittima di una grave emergenza Covid, tramite donazioni a favore dei “Medici Senza Frontiere”, associazione volontaristica presente in loco e degnamente rappresentata nelle Marche dalla memoria di Carlo Urbani, premiato a Stoccolma con il Nobel come responsabile italiano dell’ente internazionale, nonché eroico scopritore e vittima del primo Coronavirus o SARS.
L’Associazione Nazionale Veterani e Reduci Garibaldini, presieduta dalla pronipote dell’eroina prof. Annita Garibaldi Jallet, che ha pubblicizzato nel proprio sito l’iniziativa, sta celebrando la ricorrenza in Italia e in Brasile, con manifestazioni, medaglie commemorative e il progetto “una rosa per Anita”, piantumata nei luoghi da lei frequentati.
In gran parte noti sono i fatti descritti dal relatore prof. Ettore Baldetti, presidente della sezione marchigiana di Castelbellino dell’associazione garibaldina, nella relazione intitolata “Luglio 1849: i coniugi Garibaldi nelle Marche inseguendo un ideale”. Una sfiancante marcia, da Roma, invasa dai Francesi, verso Venezia, con 4.700 volontari inseguiti da 4 eserciti, per portare soccorso alla Repubblica di San Marco, che ancora resisteva all’aggressione austriaca. Un tentativo quasi suicida unicamente ispirato dall’ideale dell’autodeterminazione dei popoli, con la collaborazione attiva di umili quanto anonimi popolani, di donne o uomini di chiesa, testimoni di una società che stava rapidamente maturando. Non a caso il ritratto ottocentesco della locandina-invito, di recente oggetto della contestata individuazione di Anita, è stato comunque scelto come immagine-simbolo dell’emancipazione di una donna nuova, benestante, elegante, ma vestita alla garibaldina, con atteggiamento fiero e volitivo, quasi anticipatrice delle lotte che agli inizi del ‘900 le donne condurranno per il diritto di voto, a partire dai paesi scandinavi, e per le altre successive conquiste del mondo femminile.