Proponiamo alla riflessione questo appello pervenuto da Battista Saiu – presidente di Su Nuraghe di Biella – che ci sollecita su un problema antico della Sardegna.
Martedì 22 maggio, dalle ore 21 alle ore 23, a Biella, nelle sale di Su Nuraghe, in via Galileo Galilei, 11 – raccolta firme per il Progetto di legge nazionale di iniziativa popolare – presente l’autenticatore Greta Cogotti, consigliere comunale di Biella.
Il tempo incerto di sabato 19 maggio non ha fermato i giovani volontari di Su Nuraghe che hanno allestito il loro gazebo accanto al municipio, nella centralissima via Italia, per la pubblica raccolta di firme. Accanto ai Sardi emigrati, i giovani di seconda e di terza generazione sono il cardine dell’iniziativa per “Insularità in Costituzione”, progetto di legge nazionale di iniziativa popolare promosso dalla FASI, la Federazione Associazioni Sarde in Italia. La cittadinanza è un diritto di tutti gli Italiani – Sardi compresi – sia che vivano nelle isole o in terraferma, si afferma negli stampati informativi. Se la sensibilizzazione sul problema “insularità” è il primo obiettivo, la raccolta firme suggella una solidale condivisione popolare su un disagio non sempre manifesto, che trova facile riscontro nelle esose tariffe aeree e navali imposte da insaziabili armatori a tutti coloro che viaggiano verso la Sardegna. I Sardi sono i più penalizzati.
La Costituzione Italiana del 1948 contemplava, al terzo comma dell’art. 119, un puntuale riferimento all’insularità. Le isole venivano considerate realtà che, svantaggiate dal punto di vista geografico, economico e sociale, erano da valorizzare ed alle quali destinare incentivi. Tutto ciò fu oggetto di un importante dibattito nei lavori dell’Assemblea costituente. Il legislatore costituzionale del 2001 ha, sprovvedutamente, eliminato dall’art. 119 ogni riferimento all’insularità, senza ridisciplinare la distintiva condizione delle zone insulari, dimenticando la loro evidente condizione di disequilibrio, dovuta alla collocazione nello spazio; situazione che incide sul trasporto, sul commercio, sul diritto alla salute e sull’istruzione.
L’economia insulare risente sempre della ristrettezza del mercato locale e di una scarsa diversificazione economica, che rendono queste regioni vulnerabili alle fluttuazioni dei mercati stessi. La proposta di legge prevede che, dopo il quinto comma dell’articolo 119 della Costituzione, sia inserito il seguente: “Lo Stato riconosce il grave e permanente svantaggio naturale derivante dall’insularità e dispone le misure necessarie e garantire una effettiva parità ed un reale godimento dei diritti individuali e inalienabili”.