Data / Ora
Date(s) - 16/10/2021 - 07/11/2021
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Luogo
Desenzano del Garda
Categorie
La mostra, organizzata dall’Associazione culturale “Faro Tricolore” presso la Galleria civica (Piazza Malvezzi) di Desenzano del Garda, inaugurata il 16 ottobre, dal titolo “Dieci anni con Faro Tricolore”. Il mito di Roma capitale nel Risorgimento”, resterà aperta sino a domenica 7 novembre 2021 con i seguenti orari:
lunedì chiuso-martedì e mercoledì 10,30-12,30 – giovedì e venerdì 15,30-19,00 – sabato e domenica 10,30-12,30/15,30-19,00
L’ingresso è libero, soggetto alle norme anti-covid vigenti.
info@farotricolore.it
Per facilitare l’accesso alla Mostra e per comprenderne a pieno il significato e l’importanza tra gli eventi riferiti al Risorgimento, è prevista per sabato 23 ottobre una visita guidata gratuita:
mattino con inizio alle ore 11.00
pomeriggio con inizio alle ore 16.00.
Si consiglia la prenotazione al numero di cell. 329 1034851.
In mostra è esposto un cuscino, prestato per l’occasione dalla Sezione ANVRG di Firenze, donato dai cittadini desenzanesi a Gaibaldi in occasione di una sua visita nella cittadina gardesana, avvenuta nel 1866, a ridosso della terza guerra di Indipendenza. Si riporta di seguito un contributo, a proposito di questo cimelio, di Rossella Fioretti, segretaria della sezione fiorentina dell’ANVRG.
I mai esauriti postumi della ferita d’Aspromonte [alla gamba destra, nel 1862] e la nuova ferita [seppur non grave, alla coscia sinistra, vicino all’inguine], subita durante i combattimenti della III^ Guerra di Indipendenza sul Monte Suello, il 3 luglio 1866, causarono per molti giorni, a Garibaldi, dolori fisici tali, da limitarlo e talvolta impedirlo, tanto nel procedere a piedi, quanto nell’andare a cavallo.
Allo scopo di permettergli più agevoli spostamenti, indispensabili per la sua presenza sul campo di battaglia, furono di volta in volta approntati per lui, dalla popolazione locale, o dagli stessi garibaldini, “biroccini”, calessi, o carrozze e -per i percorsi più impervi- persino una portantina.
È immaginabile che ognuna di queste ‘sedute’, per un relativo maggiore comfort del Generale, fosse fornita almeno di un cuscino imbottito.
Il cuscino esposto alla mostra per il decennale dell’ associazione Faro Tricolore, ha forse una provenienza di questo genere?
Per lenire i disagi fisici a Garibaldi, si può ipotizzare che questo ed altri cuscini, potevano essere stati messi via via a sua disposizione (non senza premura ed orgoglio) da famiglie della zona, che li traevano, magari, dai propri salotti. Si può pure illazionare che un cuscino così elegante provenisse dal Teatro di Salò, dove furono ospitati non pochi dei volontari in camicia rossa, durante la Campagna del 1866.
Pare ragionevole ritenere che tale cuscino, per Garibaldi, non fosse solo un generico e gentile riguardo per la sua persona, ma un oggetto d’uso divenuto mezzo di supporto essenziale, per non ..mancare, nei luoghi e nelle fasi delle azioni belliche a cui lui doveva e fortemente voleva partecipare, qualunque fossero le sue condizioni fisiche ed i rischi ai quali egli si esponeva.
Questo aspetto fa cambiare la considerazione per un oggetto di per sé banale e di poco valore intrinseco, come è un cuscino.
Infatti, specialmente per chi è stato testimone diretto degli atti di tenace volontà e di ardimento dell’Eroe, quel cuscino ha assunto un alto valore significante, tanto da trasformarlo in preziosa “reliquia” (laica), e da volerlo conservato, per la posterità.
E proprio per garantire che all’oggetto rimanesse legata nel tempo la memoria della storia che lo riguarda, qualcuno (non sappiamo chi, dove e quando), ha fatto ricamare ed applicare, sulla parte tergale del cuscino, l’iscrizione a lettere “d’oro”:
QUI SEDEVA L’ EROE/ DEGLI ITALIANI/ GIUSEPPE GARIBALDI/ PASSANDO IN RIVISTA I SUOI PRODI/ LÌ 23 AGOSTO 1866 IN DESENZANO.
Tale scritta fissa in modo inequivocabile un fatto, una data, un luogo che però, sorprendentemente, non ha trovato riscontro documentale, fra le fonti consultate finora a Firenze (lontano dagli archivi gardesani).
Tuttavia, una stampa dell’epoca, sembra soccorrerci, in tal senso, rappresentando un episodio che, se non è proprio quello citato sul cuscino, è uno del tutto simile. Il titolo dell’immagine [realizzata su disegno di L. Perrin, forse tratto da una serie di illustrazioni per un giornale od un libro], recita:
OVAZIONI AL GENERALE GARIBALDI AL SUO PASSAGGIO NELL’ ACCAMPAMENTO DEI VOLONTARI PRESSO DESENZANO
La scena è contestualizzata su una strada rettilinea che passa sotto gli archi ogivali del viadotto del 1854 (distrutto durante il secondo conflitto mondiale e ricostruito modernamente). Lungo la strada una carrozza scoperta, fra due ali di garibaldini, verso la quale altri volontari accorrono, plaudenti. Oltre la strada, in una vasta piana, si scorgono le sagome delle tende dell’accampamento.
Questa immagine restituisce almeno la suggestione di un luogo esistente e di un fatto accaduto, presso Desenzano, in quel tempo.
CARATTERISTICHE MORFOLOGICHE DEL CUSCINO
Le dimensioni (cm. 58×53,5), non abituali nei moderni arredi, potrebbero concorrere ad identificarne la provenienza, con comparazioni adeguate.
L’imbottitura, dentro un contro-sacco di robusta tela grezza a trama diagonale, è costituita probabilmente da stoppa (non soggetta ad infeltrimento).
La bordura, fatta con l’applicazione di un cordoncino rosso-nero sul perimetro del cuscino, da cui, agli angoli, pendono le quattro nappe, appare un ornamento postumo, di rifinitura per impreziosire ulteriormente l’oggetto: forse è coevo o successivo al tempo dell’ applicazione delle lettere; insolita la presenza del nero; improbabile che le nappe e il cordoncino non si siano strappati/persi, durante l’uso ..presumibilmente poco attento che si è fatto del cuscino nei frangenti sopra citati.
La facies tergale, con la scritta, è in cotone rosso, non operato.
La facies anteriore è in stoffa rossa damascata a fiorami alternati ad uccelli: chissà se questo tessile è riconoscibile in qualche drapperia od arredo storico rimasto conservato, in sedi pubbliche o private (chiese comprese), nell’area delle gesta garibaldine del 1866?
Mancando della relativa documentazione, (registrazioni di donazione, ecc.), alla Sezione fiorentina dell’ A.N.V.R.G., al momento si ignora anche quali vicende abbiano portato questo cuscino a Firenze, fra i cimeli dell’associazione garibaldina, né si sa quando e per mano di chi sia avvenuta l’acquisizione.
Certo è che nel 1866 Firenze fu fra le città che risposero con entusiasmo e gran numero di volontari, all’arruolamento per la Campagna del Trentino, agli ordini di Garibaldi.
Fra i tanti che vi parteciparono, anche vicino al Generale, forse qualcuno tornò a Firenze, portando con sé questo prezioso ricordo. (Rossella Fioretti)