Stupisce, indigna e addolora apprendere della sciagurata iniziativa assunta da Poste Italiane (ancora controllata per oltre due terzi da Cassa Depositi e Prestiti e dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, quindi dallo Stato italiano) di emettere un francobollo dedicato a Italo Foschi, federale del PNF romano nel 1923-24, proprio nei giorni in cui si celebra il centesimo anniversario del barbaro assassinio di Giacomo Matteotti ad opera di squadristi fascisti.
Sembra impensabile che simili iniziative non siano precedute da attente ricerche storiche. Sarebbe stato, infatti, sufficiente consultare velocemente l’Enciclopedia Treccani online per scoprire che Italo Foschi non è da annoverare tra i grandi italiani che hanno dato un contribuito al progresso del nostro Paese, ma uno squadrista fascista della prima ora, un razzista e un persecutore di avversari politici.
Nel ruolo di Presidente Nazionale dell’ANVRG – associazione fondata nel 1945 sui valori di fratellanza e solidarietà portati avanti da quanti indossarono anche idealmente la Camicia Rossa nel primo e nel secondo Risorgimento – non posso che unirmi alle richieste di quanti in queste ore chiedono che tale francobollo sia al più presto ritirato.
Rimane il dubbio circa le motivazioni che possano aver ispirato tale iniziativa, tra le quali – oltre a quella politica, che si auspica vivamente sia da escludere – potrebbero esserci quelle altrettanto gravi della superficialità o della speculazione economica, nella speranza di trasformare gli esemplari finora emessi in novelli “Gronchi rosa” per aumentarne di molto il valore. Anche su questo punto è doveroso chiederne conto a chi ha assunto tale decisione.
La presidente dell’ANVRG
Raffaella Ponte