
Tra il 1939 e il 1945 i nazisti costrinsero in vario modo oltre 6 milioni di civili europei, uomini e donne, a lavorare nel Reich hitleriano per far fronte alla carenza di manodopera e alle esigenze che la realtà bellica aveva generato. Almeno per l’Italia, sino all’estate 1943 la scelta di lavorare in Germania era volontaria e sulla base di un contratto periodico, anche perché il trattamento economico era decisamente conveniente; poi le cose cambiano in maniera radicale.
In questo contesto va inquadrata la razzia di oltre 1.500 uomini avvenuta a Genova nel pomeriggio del 16 giugno 1944 ad opera dei tedeschi, con l’aiuto di militari e agenti di polizia della Repubblica di Salò. Fu il più grande prelievo coatto di forza lavoro realizzato dai nazifascisti in Italia in un solo giorno e uno dei maggiori in Europa nel corso della Seconda guerra mondiale.
Ebbe luogo subito dopo uno sciopero di ben undici giorni dei lavoratori del ponente genovese, organizzato a scacchiera tra le varie industrie del territorio con brevi interruzioni alternate in ciascuna di esse. La razzia mirava quindi a piegare la Resistenza di fabbrica, oltre a quella urbana, pure molto significativa; era però volta in particolar modo a procurare forza lavoro sempre più indispensabile.
Duecento dei razziati riuscirono a fuggire alla partenza e nel tragitto, ma oltre 1.300 passarono il Brennero su due treni merci e furono obbligati al lavoro in condizioni assai difficili prevalentemente in Alta Austria, ma anche in Germania: poco cibo, mancanza di igiene e di alloggi decenti, ritmi e condizioni di lavoro molto pesanti, violenza e disprezzo da parte dei capi e colleghi. Tutto ciò causò morti, malattie e invalidità.
Non vi fu però solo il prelievo di forza lavoro, poiché i nazisti trafugarono da Genova anche impianti, macchinari, materie prime e semilavorati per un valore di oltre 22 miliardi di Lire dell’epoca.
Di tutto questo e di altro si parlerà mercoledì 28 maggio alle 17,30 nella manifestazione organizzata dalla Sezione di Genova-Chiavari ANVRG “Sante Garibaldi” presso la Società Ligure di Storia Patria – Sala Borlandi di Palazzo Ducale. La relazione sull’argomento sarà tenuta da Irene Guerrini e Marco Pluviano, autori del volume La grande razzia di 1.500 lavoratori genovesi del 16 giugno 1944. Repressione, terrorismo, esigenze dell’economia di guerra nazionalsocialista, numero monografico della rivista “Storia e memoria” dell’Istituto Ligure per la Storia della Resistenza e dell’Età Contemporanea – ILSREC (n. 1 del 2024).