Convegno: 4 novembre 1924. Delitto Matteotti, Italia Libera e l’inizio dell’opposizione al fascismo

Giovedì 7 novembre 2024 si è svolto a Roma, presso la Casa della Memoria e della Storia, il convegno “4 novembre 1924. Delitto Matteotti, Italia Libera e l’inizio dell’opposizione al fascismo”. Il convegno si è inserito nell’ambito dei numerosi eventi organizzati quest’anno in occasione del centenario del brutale assassinio del deputato socialista Giacomo Matteotti nel giugno del 1924, avvenimento che senza dubbio segnò una cesura nella storia del nascente regime fascista e delle opposizioni ad esso.

L’obiettivo del convegno, in linea anche con l’anniversario della ricostituzione su basi antifasciste nella Roma appena liberata dagli Alleati, proprio 80 anni fa, dell’Associazione Nazionale Veterani e Reduci Garibaldini, era quello di proporre una riflessione sulle prime forme di antifascismo in Italia all’indomani del delitto, in particolare partendo da un episodio: la manifestazione che l’associazione “Italia Libera” organizzò nel contesto delle celebrazioni nazionali del 4 novembre 1924 e che vide la violenta aggressione ai danni degli appartenenti a quel movimento da parte delle squadre fasciste. Poteva questa manifestazione essere dunque considerata la prima, vera dimostrazione contro il nascente regime?

I relatori del convegno sono stati chiamati a riflettere a partire da questa domanda, analizzando il particolare periodo storico e soffermandosi sui protagonisti che parteciparono alla manifestazione romana: i membri di “Italia Libera”, i fratelli Garibaldi (Sante, Peppino e Ricciotti jr, nipoti del Generale e già protagonisti della ripresa dell’epopea in camicia rossa), il futuro garibaldino di Spagna Randolfo Pacciardi.

La giornata è stata aperta dai saluti istituzionali del neo-eletto presidente dell’ANVRG Valerio Benelli, il quale ha ricordato l’importanza del legame tra i principi democratici e antifascisti e la storia più recente della nostra Associazione. Di seguito sono intervenuti per un saluto anche il presidente dell’ANPPIA, Spartaco Geppetti, e, per la FIAP, Alessandro Calisti. L’introduzione dei lavori è stata invece curata dalla Consigliera Nazionale dell’ANVRG Raffaella Ponte, membro del comitato scientifico che ha organizzato l’evento insieme a Mirco Carrattieri, Andrea Spicciarelli e Matteo Stefanori.

Le relazioni della mattina si sono incentrate sul contesto storico di quel fatidico anno 1924. Amedeo Osti Guerrazzi (Università di Padova) ha illustrato il ruolo che nel nascente movimento fascista ebbe l’uso della violenza da parte dei suoi apparati paramilitari: esperienza unica per organizzazione ed efficienza, fu alla base del successo politico del partito di Benito Mussolini e rese molto complessa la formazione di un’efficace opposizione nelle istituzioni, nelle strade e nelle piazze. Riprendendo quest’ultimo aspetto, Rossella Pace (Università Suor Orsola Benincasa e Segretaria del Comitato Nazionale per le Celebrazione del Centenario della morte di Matteotti) ha ripercorso le varie fasi della “crisi Matteotti”, ovvero gli eventi che precedettero e che seguirono l’assassinio del segretario del PSU, mettendo in evidenza le reti che si cominciarono a costruire per tentare un’opposizione a quanto stava accadendo in Italia. Luigi Giorgi (Fondazione Luigi Sturzo) ha invece sviluppato un’interessante panoramica sull’atteggiamento dei cattolici di fronte alla progressiva costruzione del regime autoritario fascista, analizzando le diverse correnti di opinione che animarono il Partito Popolare Italiano e che determinarono poi le scelte politiche dei suoi esponenti dentro e fuori il Parlamento.

Assente uno dei relatori della mattina, è stato così anticipato il primo intervento relativo alla sessione di lavori prevista nel pomeriggio sui protagonisti della vicenda. Federico Melotto (Istituto Storico della Resistenza di Verona), autore di una recente monografia su “Italia Libera”, ha efficacemente illustrato l’attività di questo movimento antifascista, analizzandone le azioni svolte tra il 1923 e il 1925 e soffermandosi su alcune delle sue principali figure. Nel pomeriggio il convegno è ripreso con gli interventi di Enrico Acciai (Università di Tor Vergata) ed Andrea Spicciarelli (Ufficio Storico ANVRG), rispettivamente su Randolfo Pacciardi e i fratelli Garibaldi, i quali parteciparono alla manifestazione romana del 4 novembre 1924. Acciai ha ripercorso l’attività antifascista di Pacciardi prima e dopo l’omicidio Matteotti, fino al suo intervento in Spagna nel 1936, proponendo una rilettura della sua figura inserita esclusivamente nel contesto degli anni Venti e Trenta, ovvero non influenzata o schiacciata dalle polemiche di quanto accaduto nel secondo dopoguerra. Spicciarelli ha invece analizzato la traiettoria che i nipoti di Giuseppe Garibaldi – figli di Ricciotti sr – fecero in quei primi anni così complessi per la formazione di un’opposizione antifascista, soffermandosi in particolare sulla figura ambigua di Ricciotti jr e sulle conseguenze che la sua attività ebbe sulla credibilità del garibaldinismo in quegli anni. A chiudere l’assise è stato Mirco Carrattieri (Liberation Route Europe) il quale ha concentrato la sua attenzione su un protagonista non propriamente di quella giornata ma comunque intrecciato alle vicende discusse nel corso del convegno, ovvero il socialista unitario Tito Zaniboni, autore di un fallito attentato a Mussolini il 4 novembre 1925.

Entrambe le sessioni del convegno hanno registrato un partecipato e interessante dibattito sui temi affrontati dalle relazioni, contribuendo così a una rinnovata riflessione sul contesto storico italiano del decisivo anno 1924. Grazie al prezioso lavoro di Simone Zappaterreno è possibile vedere e riascoltare l’intero convegno sul canale Youtube dell’ANVRG.