Aveva partecipato alla Resistenza a Roma come staffetta nei GAP. Era stata torturata a Via Tasso e non aveva parlato. Era stata decorata della Medaglia d’Argento al Valore Militare. A centodue anni aveva raccontato la sua storia nel libro Iole Mancini, Roberto Vecchio, Un amore partigiano, Feltrinelli, Milano 2022.
Era una giovane sarta, partigiana, nella Roma occupata. Cercavano il marito, sposato tre mesi prima, il gappista Ernesto Borghese, ricercato perché coinvolto nel fallito attentato al figlio di Mussolini, Vittorio, e in parte all’azione militare di Via Rasella. Ernesto era riuscito a scappare dal carcere di Regina Coeli e su di lui c’era una grossa taglia. E per questo avevano preso Iole. Fu portata a via Tasso, dove fu ripetutamente torturata da Erich Priebke, il boia delle Fosse Ardeatine. Non parlò, non tradì il suo Ernesto e le sue compagne e i suoi compagni. La sera del 3 giugno 1944 con gli americani alle porte, i nazisti si ritirarono da Roma, caricando su due camion alcuni antifascisti.
Il primo camion, con a bordo 14 uomini, tra cui il famoso sindacalista Bruno Buozzi, partì, e si fermò a La Storta, appena fuori Roma, dove tutti i prigionieri vennero trucidati.
Il secondo non partì per un guasto al motore. Iole, destinata a quel camion, fu riportata in cella, e come gli altri e le altre, sarà liberata il giorno 4 dai cittadini romani del quartiere che sentivano giorno e notte le urla delle torture uscire dalla prigione. Iole si salvò. Aveva 24 anni. La prigione nazista ora è il Museo Storico della Liberazione di Via Tasso, tempio civile della nostra Patria.
Iole per tutta la vita aveva raccontato la sua storia. Un volta aveva detto al Capo dello Stato Sergio Mattarella: I giovani non si rendono conto di cos’è una dittatura, non sanno cos’è una guerra!
E Iole partecipava a tutti gli eventi partigiani, ed era instancabile. Non è possibile descrivere l’emozione di migliaia di persone,ed il loro silenzio quando, il 25 aprile Festa della Liberazione dal fascismo e dal nazismo, parlava Iole a Piazza di Porta San Paolo. La sua voce era fievole, un soffio, conseguenza delle torture subite dai nazisti.
L’emozione nel ricordare quei momenti, per me, è troppo forte; ricordo solo quando, nel silenzio assoluto di una piazza gremita, scandiva sillaba per sillaba la parola Libertà!
Iole, alla sua età, era bellissima, sempre elegante, di una grazia e una affettuosità e con un’energia inesauribile.
Ricordo il 4 giugno 2023, la Liberazione di Roma. Come tutti gli anni a Roma l’amministrazione comunale aveva messo a disposizione dei Partigiani e delle associazioni partigiane e militari un pulmino, con scorta d’onore, per poter partecipare, insieme al glorioso Gonfalone di Roma, alle varie manifestazioni in ricordo, sparse per la città, di cui l’ultima, e più importante tappa, è a La Storta. Quell’anno faceva un caldo tropicale, noi “giovani” che portavamo i nostri medaglieri e bandiere avevamo un’aria disfatta. Era la mezza. Arrivammo a La Storta e Iole era già lì, sotto al sole e in piedi, sorridente. La foto che vedete la ritrae in quel momento.
Iole era molto emozionata, e particolarmente sorridente, e quando si è riunita una piccola folla, alle nostre spalle il traffico era diventato intenso; del suo discorso voglio ricordare solo una frase: Oggi è l’anniversario della mia liberazione.
Nel pomeriggio, l’ANPI organizzò un grande evento nel popolare e popoloso quartiere di Testaccio a cui partecipai con le altre associazioni partigiane. Mentre il grado di disfacimento di noi “giovani e giovani pensionati” era totale, Iole era già lì, sorridente e più felice del solito.
Mentre parlava il Partigiano Gastone, che raccontava la sua Resistenza a Bologna e che ora vive a Roma con i figli, Iole sedeva su una panchina della grandissima piazza insieme a due Partigiani romani e fraterni amici: Mario e Luce. La fila festosa per abbracciare i tre e per fare un selfie insieme ricorda quella per certi attori di Hollywood.
E con questo ricordo cerco di manifestare il mio cordoglio il mio dolore e la mia commozione ai Partigiani e alle Partigiane, ma è un dolore per tutti noi antifascisti, per tutti coloro che nella Libertà profondamente credono.
Chiudo con il sorriso e l’abbraccio affettuoso di Iole, una sua caratteristica – sempre e fino all’ultimo momento – e quando ti salutava ti diceva festosamente: Arrivederci al prossimo 25 aprile!
Iole è un esempio straordinario di speranza nel futuro.
Fabio Pietro Barbaro – Presidente della Sezione di Roma ANVRG