IL DOVERE DELLA MEMORIA

IL DOVERE DELLA MEMORIA
IL DOVERE DELLA MEMORIA


Il giorno 8 febbraio a Firenze, nell’Aula Magna dell’Istituto di Scienze Militari e Aeronautiche, si è svolto il Convegno organizzato dal Ministero della Difesa dal titolo Cefalonia. Riflessioni sulla memoria e sulla storia. Un pubblico numeroso e attento ha seguito gli interventi dei relatori. Il Generale Ispettore Capo Basilio di Martino ha illustrato l’inquadramento storico-strategico nel quale è maturato l’orrendo crimine di guerra; il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani ha affrontato la situazione di Firenze e della Toscana all’indomani dell’8 settembre ’43; il Procuratore Generale militare Marco De Paolis ha illustrato gli aspetti storico-giuridici alla luce del Diritto internazionale e della Filosofia del Diritto; il Professor Carlo Palumbo ha analizzato la vicenda attraverso i documenti dell’archivio fotografico dello Stato Maggiore dell’Esercito; il Generale C.A. Massimo Panizzi ha affrontato i temi dell’etica della scelta, entrando nel merito delle vicende che coinvolsero Ufficiali e Soldati a Cefalonia nei terribili giorni del settembre 1943; l’Architetto Tiziano Zanisi ha sottolineato il valore dell’associazionismo nel promuovere e valorizzare la memoria storica.
A parere della scrivente – presente al Convegno in qualità di Presidente nazionale dell’A.N.V.R.G, insieme alla Presidente della Sezione di Firenze -gli interventi hanno avuto il grande merito di dimostrare ai numerosi giovani presenti quanto sia importante la ricostruzione storica degli avvenimenti attraverso la ricerca scrupolosa delle fonti, in un lavoro in continuo divenire. Il lavoro degli storici è quello di ricostruire i fatti, analizzare gli avvenimenti, cercare di comprendere il passato alla luce di continue ricerche, alla scoperta di tutti gli elementi utili a raccontare il passato senza condizionamenti ideologici o attraverso giudizi aprioristici, senza dimenticare che lo studio del passato non deve essere fine a sé stesso ma finalizzato a contribuire alla conoscenza degli eventi dolorosi e, conseguentemente, allo sviluppo della società, affinché errori e orrori del passato non si debbano più ripetere.
Purtroppo, troppo spesso è accaduto e accade che – soprattutto da parte dei non addetti ai lavori – si faccia un uso della storia strumentale e ideologico, che nega il valore della ricerca e del confronto, fino al punto da promuovere azioni minatorie nei confronti di storici professionisti, impegnati a indagare gli avvenimenti nella loro complessità, aprendo la mente al dubbio e al pensiero critico. E questo è avvenuto anche ieri – lo stesso giorno in cui a Firenze si svolgeva l’interessante Convegno su Cefalonia – quando sui muri di Torino sono comparsi dei manifesti provocatori nei confronti dello storico Eric Gobetti, al quale si voleva impedire di divulgare i risultati delle ricerche condotte su uno tra i più ignobili episodi della storia del Novecento, le Foibe.
Come ha ricordato il nostro Presidente della Repubblica Sergio Mattarella il 9 febbraio in occasione della celebrazione del “Giorno del Ricordo”, deliberato vent’anni dal Parlamento italiano a larghissima maggioranza, dedicato a tutte le vittime della tragedia delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra. Nel corso del suo intervento il Capo dello Stato ha sottolineato proprio gli aspetti legati alla ricostruzione storica di quei tragici avvenimenti con le seguenti parole: “Lungo tempo è trascorso da quegli eventi ma essi sono emotivamente a noi vicini: questo ci consente – in una vicenda storica complessa e ancora soggetta a ricerche, dibattiti storiografici e politici – di stabilire dei punti fermi e di delineare alcune prospettive”. Facciamo nostre le riflessioni del Presidente della Repubblica, con l’auspicio che siano di monito affinché – in segno di rispetto per le vittime di tutte le tragedie – al dibattito democratico non si sovrappongano nuovamente la violenza e la sopraffazione degli uni sugli altri.
Raffaella Ponte
Presidente A.N.V.R.G.